Avete sempre la pancia gonfia indipendentemente da quello che mangiate o bevete?
Siete vittime di una stitichezza costante, di diarree frequenti, o di reflusso?
Vi tormenta la Candida?
Se sì, allora dovreste pensare al vostro prezioso MICROBIOTA INTESTINALE
Il corpo umano è composto da miliardi di cellule che lavorano sinergicamente tra loro, ma non tutti sanno che il nostro organismo è ancora più ricco di…batteri! Per la precisione, ne ospitiamo dieci volte il numero di cellule presenti. Si trovano in molti distretti corporei, dalla pelle, alla bocca, ma i più famosi risiedono nell’intestino e formano un vero e proprio organo multifunzionale: il microbiota intestinale. Questi minuscoli esserini hanno una cattiva fama perché vengono principalmente associati allo sviluppo di patologie, ma dovremmo imparare ad amarli e a prenderci cura di loro.
Sin dalla nascita crescono, si modificano in base alla nostra alimentazione e vivono in simbiosi con noi: entrambi traiamo vantaggi da questa stretta collaborazione.
La flora batterica, infatti, svolge numerose funzioni che influiscono su digestione, metabolismo energetico, buon umore e sistema immunitario. Molti disturbi, anche distanti anatomicamente, sono in realtà correlati alla colonizzazione intestinale da parte di truppe di batteri appartenenti al lato oscuro della forza.
Recenti studi in letteratura hanno ipotizzato, per esempio, l’esistenza di un asse microbiota-cervello, ovvero una stretta connessione tra benessere psicologico e intestinale. Questa visione apre nuove porte al trattamento di patologie complesse come autismo, depressione e anoressia, partendo proprio dallo studio dei batteri presenti nell’intestino. In fondo, se lo stress influenza la nostra attività intestinale, perché non dovrebbe essere possibile anche il contrario?
Veniamo ai disturbi che interessano il nostro protagonista di oggi, il microbiota. Anche lui può ammalarsi e, se lo si trascura, si può incorrere in una condizione chiamata disbiosi.
La disbiosi intestinale interessa circa dal 30 al 60% dei pazienti che si presentano da un gastroenterologo. E’ definita come la rottura dell’ecosistema microbico intestinale, in cui i batteri cattivi (Escherichia coli, Bacteroides, Clostridium, etc.) superano di gran lunga quelli buoni (Lactobacilli, Bifidobatteri, etc.).
Tra i sintomi della disbiosi possiamo trovare: cattiva digestione, stitichezza o diarree frequenti, meteorismo, colon irritabile; suscettibilità alle infezioni, diminuzione delle difese immunitarie (la flora batterica produce anticorpi), aumentata probabilità di micosi nell’intestino (candidosi), di vaginiti e cistiti nella donna. Tra i disturbi meno sospetti ricordiamo anche la stanchezza (la flora batterica, infatti, produce vitamine del gruppo B), nervosismo, ansia, disturbi del sonno e cambiamenti dell’umore.
Le cause, invece, possono essere molteplici. Prima di tutto sono da condannare le errate abitudini giornaliere: una dieta ricca di grassi, zuccheri semplici, carni rosse e povera di frutta e verdura è sul podio; seguono il consumo di pasti abbondanti prima di andare a letto, l’abuso di alcool, lo stress e la vita sedentaria.
Altre cause possono essere la presenza di malattie (diabete di tipo 2, obesità, celiachia, cancro al colon), infezioni, deficit immunologici e alterazioni della motilità intestinale (primo fra tutti il colon irritabile).
Da non sottovalutare anche l’utilizzo cronico e non di alcuni farmaci: antibiotici, lassativi, anti-infiammatori, antinfluenzali, ansiolitici; essi interferiscono sulla flora intestinale alterandone l’equilibrio o, addirittura, distruggendola.
Si può intervenire con una terapia ad hoc: probiotici, vitamine del gruppo B (previa accertata carenza) ed enzimi digestivi.
Si sta facendo strada in questo campo anche l’Ossigeno Ozono Terapia, mirata a contrastare la condizione infiammatoria promossa dalla disbiosi intestinale. Il meccanismo d’azione è il seguente: l’ozono viene immesso in circolo e aumenta la quantità di ossigeno e suoi radicali disponibili, permettendo un incremento delle difese ossidanti contro agenti patogeni.
Oltre alla terapia, per evitare una ricomparsa di questi sgradevoli sintomi, è necessario dare una svolta al proprio stile di vita a partire…dalla tavola.
Consumare molta frutta e verdura: sono cibi ricchi di fibre che selezionano la crescita dei batteri buoni. La frutta è bene gustarla lontano dai pasti per evitare un’eccessiva fermentazione.
Il proliferare degli agenti patogeni determina un aumento delle endotossine da questi secrete, che devono essere eliminate dal fegato (organo che funziona come un filtro). Da qui l’importanza dell’idratazione, che viene spesso sottovalutata, per eliminare le tossine e depurarsi. Basta seguire poche semplici regole: iniziate con due bicchieri la mattina, portate sempre con voi una bottiglietta di acqua, bevete durante i pasti e anche prima di andare a dormire. Da evitare, però, succhi di frutta e bibite gassate o zuccherate: attenzione all’etichetta.
E’ consigliabile regolare la propria alimentazione anche dal punto di vista degli orari, sarebbe buona abitudine pranzare e cenare alle stesse ore ogni giorno. Inoltre, è importante non esagerare con le porzioni (soprattutto la sera).
Fare attenzione anche a come si associano i cibi nel piatto: carboidrati e proteine (per esempio pasta al ragù) sono difficilmente digeribili per chi soffre di disbiosi, mentre un piatto di cereali con una variopinta quantità di verdura di stagione è un toccasana.
Dott.ssa Pivari Francesca, Biologa-nutrizionista collaboratrice del Centro Medico San Marco.