La Cryo T-shock Terapia è un’apparecchiatura medicale di ultima generazione che associa il principio fisico elementare del caldo-freddo alle nuove tecnologie per combattere la peggior nemica delle donne: la cellulite.
Ottimo trattamento molto efficace per combattere gli inestetismi della cellulite, migliorare la circolazione sanguigna e restituire tonicità a muscoli e tessuti.
Naturalmente si tratta di un dispositivo medico, pertanto una seduta non fa miracoli, ma è necessario predisporre un piano completo con un medico competente o un fisioterapista, in modo da poter studiare a fondo le necessità del singolo paziente e poter strutturare un piano di terapia efficace. Di volta in volta, in base ai risultati e progressi ottenuti, si definirà il protocollo più adatto.
Abbiamo provato a chiedere alla nostra esperta di fisioestetica, la Dott.ssa Giusi Devecchi, per capire di cosa si tratta e come agisce.
Quali parti del corpo possono essere trattate con la Cryo T-shock Terapia?
Con la Cryo T-shock Terapia si può intervenire su quasi tutto il corpo, partendo dalle braccia, al seno, all’addome, ai glutei, alle gambe e perfino sul viso.
In quali casi si può intervenire con la Cryo T-shock Terapia?
Principalmente, la Cryo T-shock Terapia viene utilizzato nel caso di dimagrimento localizzato, di cellulite, per problemi di ritenzione idrica e di tessuti ipotonici.
Ovviamente sta allo specialista valutare qual è “la strada” migliore da far intraprendere alla sua paziente per ottenere il massimo dei risultati. Questo può dipendere anche dalla gravità dello stato della cellulite presente sulla zona da trattare.
L’eterna nemica delle donne, chiamata cellulite, si può classificare in tre stadi:
- La fase edematosa caratterizzata da un gonfiore che indica il ristagno del plasma nelle zone interessate anche se la pelle non ha ancora subito esternamente delle alterazioni visibili ad occhio nudo.
- Nella fase fibrosa le cellule di grasso si ingrossano, formando dei noduli, che provocano una dilatazione dei capillari mentre la pelle inizia a perdere tono ed elasticità.
- La fase sclerotica consiste nella riproduzione di noduli, che alterano l’aspetto della pelle anche a livello superficiale, creando l’inevitabile effetto “buccia d’arancia”.
La Cryo T-shock Terapia in azione: cosa accade durante una seduta di Cryo T-shock Terapia?
Attraverso un apposito manipolo lo specialista programma il macchinario in modo da poter raggiungere, con l’aiuto del freddo-caldo, le cellule adipose, mandandole in necrosi durante la fase di raffreddamento.
Nei giorni successivi al trattamento, lo stesso organismo riesce a smaltire in modo naturale le cellule di grasso, ormai non più attive, che necessitano poi di una fase di drenaggio per eliminare le scorie, che vengono messe in circolo da questo importante lavoro.
Quante sedute occorrono e con quale frequenza? Quali programmi si possano utilizzare?
Queste domande molto importanti per ogni paziente, possono trovare la loro risposta durante il primo incontro con lo specialista. Durante il corso del trattamento dove le sue valutazioni si concretizzano, osservando i progressi della paziente. Diciamo che per ottenere dei risultati stabili ci vogliono almeno 6 sedute.
Si può integrare la Cryo T-shock Terapia con altri trattamenti o metodiche?
Certo! Anzi solitamente il protocollo che studio insieme ai miei pazienti prevede quasi sempre l’integrazione di diversi trattamenti per ottimizzare i risultati.
E’ prevista una fase di mantenimento post-trattamento?
Certamente! Nella maggior parte dei casi è necessario un periodo di mantenimento che può variare da un paziente all’altro. Solitamente è auspicabile non interrompere la terapia di colpo, ma ultimate le prime 6 sedute, consiglio sempre una seduta di controllo dopo 15 giorni e poi a scalare ogni 3-4 settimane.
In quali casi può essere controindicato il trattamento della Cryo T-shock Terapia?
Il primo incontro conoscitivo è fondamentale anche perché permette allo specialista di valutare se la paziente è idonea o meno al trattamento. Per esempio se ci sono ferite aperte la zona non può essere trattata così come per chi soffre di disturbi alla circolazione arteriosa o ha lesione ischemiche o vesciche cutanee, traumi o infezioni in fase acuta. Come per tutti gli apparecchi elettromedicali non possono essere trattate donne in gravidanza, portatori di pace maker e forme tumorali in atto.